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Fellini, Federico.

Regista cinematografico italiano. Fin dalla fanciullezza, trascorsa a Rimini, sognò di potersi dedicare al cinema e di evadere dall'ambiente provinciale e piccolo-borghese della cittadina. Dopo un periodo trascorso a Firenze, ove collaborò tra l'altro ad alcuni giornali umoristici, arrivò a Roma nel 1939. Riuscì ad entrare in contatto con gli ambienti cinematografici della capitale e gli furono commissionati alcuni copioni e testi radiofonici. Nell'ottobre del 1943 sposò Giulietta Masina, che sarebbe stata in seguito l'interprete di tanti suoi film. La sua prima realizzazione importante fu un documentario sulla vita di don Morosini, diventato poi Roma città aperta (1945), che segnò l'inizio della fruttuosa collaborazione con Roberto Rossellini, protrattasi sino a Europa '51 (1952). Molti registi si erano ormai accorti della sua abilità di sceneggiatore. Collaborò con Lattuada (Il delitto di Giovanni Episcopo, Senza pietà, Il mulino del Po) e Germi (In nome della legge, Il cammino della speranza, La città si difende, Il brigante di Tacca del Lupo). Ormai i tempi erano maturi per il suo passaggio alla regia: l'esordio avvenne nel 1951 con Luci del varietà, prodotto in collaborazione con lo stesso Lattuada, ma il primo film di sua completa realizzazione fu Lo sceicco bianco (1952), in cui abbondano i riferimenti autobiografici come del resto ne I vitelloni (1953), magnifica rievocazione degli anni trascorsi in provincia. Ormai F. era entrato nella cerchia dei più famosi registi italiani. Da allora ogni suo film venne seguito con crescente interesse dalla critica e dal pubblico, sensibile alle sfumature della sua arte e alla varietà dei suoi soggetti. La strada (1954), Il bidone (1955) e Le notti di Cabiria (1957) furono altrettanti successi. Ma il vero capolavoro di F., il film che gli diede un'enorme popolarità anche all'estero fu La dolce vita (1960) che, se scandalizzò la critica più tradizionale e conservatrice, fu un fenomeno di rilevanza internazionale e caratterizzò tutta un'epoca cinematografica. Nel 1961 F. diresse un episodio di Boccaccio '70 (Le tentazioni del dottor Antonio) e tornò successivamente all'indagine autobiografica in Otto e mezzo (1963), altro suo grande capolavoro, e Giulietta degli Spiriti (1965) che, malgrado la toccante interpretazione di Giulietta Masina, lasciò indifferente parte della critica che vide nel film la ripetizione di temi già precedentemente affrontati ad un più alto livello artistico. L'ispirazione di F. non era comunque svanita. Lo dimostrano l'episodio Toby Dammit del film Tre passi nel delirio, I clowns, realizzato per la televisione, Fellini satyricon e Roma. Considerato uno dei più geniali creatori d'immagini del cinema contemporaneo, F. ha dato vita ad un'arte ricca di motivi dominanti, caratterizzata da un'accentuata tendenza ad un simbolismo che non esclude forme di realismo, da costanti riferimenti autobiografici, da raffinate ambientazioni, da un grande amore per il mondo dell'inconoscibile. La sua produzione dalla metà degli anni Settanta in avanti ha creato una spaccatura nella critica cinematografica internazionale. Dopo il successo di Amarcord, sono in molti a vedere nel Casanova di Fellini (1976) una battuta d'arresto del regista riminese. La figura del grande seduttore veneziano a cui F. ha tentato di togliere la maschera presentando un antieroe, un uomo pervaso da una profonda e inguaribile tristezza esistenziale, non convince. Anche il lavoro successivo, Prova d'orchestra (1979), ha suscitato molte polemiche, soprattutto di carattere politico. Nel 1980 F. presenta La città delle donne, film immaginifico e visionario, che finalmente trova d'accordo la critica che lo definisce un'opera di alta scuola cinematografica. Con E la nave va (1983), film superbamente diretto, F. si trova nuovamente sommerso dalle critiche negative. Il film convince i critici ma non il pubblico e, dopo pochi mesi dalla presentazione, scompare dalle prime visioni per ricomparire nei cinema d'essai e nelle cineteche. Maggior successo ha il film del 1986 Ginger e Fred, in cui il regista ambienta la vicenda di due ballerini nel mondo alienante e volgare della televisione. Nel 1987 F. gira L'intervista e nel 1990 La voce della luna. Nel 1993 ha ricevuto l'Oscar alla carriera (Rimini 1920 - Roma 1993).
Federico Fellini con la moglie Giulietta Masina